Dai quesiti che vi vengono rivolti ci siamo resi conto che in pratica capita a tutte le farmacie, soprattutto quando c’è confusione, di battere lo scontrino con modalità di pagamento contanti, anche se in realtà il pagamento è elettronico.
Noi siamo appena incappati in questo errore, addirittura per tre volte nella stessa giornata, e vorremmo sapere a che cosa andiamo incontro e anche se c’è qualche rimedio per evitare questi errori?
Allo stato attuale la non corretta od omessa indicazione delle modalità di pagamento (contanti o elettronico) nel documento commerciale non configura una violazione sanzionabile, perché non costituisce al momento uno degli elementi essenziali del suo contenuto (Art. 2 D. MEF 07/12/2016).
Non è però escluso – anzi sembra più che probabile – che, anche per effetto dell’implementazione del “fisco telematico”, tra non molto anche queste indicazioni finiscano per diventare obbligatorie in tutto e per tutto.
In ogni caso, teniamolo presente, nel documento commerciale è sempre bene riportare l’indicazione corretta, sia ai fini della comunicazione al sistema TS per la preparazione della precompilata [si pensi al caso in cui il contribuente voglia accettare la dichiarazione senza modifiche per beneficiare dell’esonero dal controllo formale] che anche, tutto sommato, per una corretta gestione interna che permetta la migliore quadratura del contante giornaliero con il documento gestionale [ex scontrino di chiusura giornaliera].
Per la verità, rispondendo all’altro vs. interrogativo, le casse automatiche dovrebbero aver ridotto notevolmente errori del genere che d’altronde – è onesto riconoscerlo – sono causati spesso da “ripensamenti” del cliente dell’ultimo momento o perfino da “incapienza” del suo conto corrente emersa soltanto al momento del pagamento.
E tuttavia l’attenzione dell’operatore alla cassa deve restare determinante e quindi non può non sorprendere un errore di questo tipo commesso tre volte nel corso della stessa giornata.
(stefano civitareale)
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