Sono socio con mio fratello al 50% in un snc titolare di farmacia. Sto pensando di cominciare a passare il testimone “graduando” la mia uscita dalla società. Ritengo che una soluzione possa essere quella di iniziare a trasferire a due miei dipendenti fidati [che lavorano per me da oltre vent’anni] il dieci per cento ciascuno delle quote in mio possesso. In quali ostacoli potremmo incappare, considerando che comunque mio fratello sarebbe d’accordo?

Sulla carta la realizzazione di questa operazione non risulta difficoltosa, ma occorre qualche ragguaglio su un aspetto molto delicato, specie per i dipendenti che Lei vorrebbe coinvolgere.
L’assunzione dello status di socio in una snc comporta il potere di amministrazione della struttura societaria; di conseguenza i suoi “futuri soci” non potranno più figurare come dipendenti, in quanto – come del resto è noto – “incompatibili” con la veste di amministratori [perché, ribadiamolo una volta di più, tutti i soci di una snc, amministrino o non amministrino, sono illimitatamente responsabili per le obbligazioni sociali].
Il che comporterebbe per loro – con tutta evidenza – la perdita dell’intera contribuzione relativa al periodo di detenzione delle quote della snc, con pregiudizi difficilmente quantificabili e quindi ristorabili ex ante.
Un rimedio a questa impasse potrebbe tuttavia rinvenirsi in un’“operazione societaria” che veda bensì la cessione ai due attuali dipendenti di una frazione del capitale sociale [con l’assunzione pertanto da parte loro della veste di soci a pieno titolo, che ci pare costituisca il Suo vero obiettivo] ma anche la contestuale trasformazione della snc in sas con l’approvazione, anch’essa contestuale, del nuovo atto costitutivo/statuto.
Questa soluzione – unitariamente intesa – permetterebbe ai Suoi fidati collaboratori, come appena detto, di partecipare alla compagine sociale ma assumendo la veste di soci accomandanti e nel contempo mantenere – come giuridicamente è lecito – lo status di dipendente senza quindi danni sul piano contributivo.
L’accomandante, come d’altra parte è ben noto, è infatti un “mero” socio di capitali, non assume alcuna decisione – in linea di principio – in merito alla gestione della società e da questo deriva appunto la possibilità per lui di essere allo stesso tempo socio e dipendente della sas.
Naturalmente, sta a Lei valutare al meglio la strada da intraprendere.

(matteo lucidi)

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