Anche a seguito, evidentemente, della Sediva news del 25 febbraio 2022 [Il farmacista no vax, anche se negativizzato, non può essere reintegrato], sono parecchie le email pervenute da farmacisti che ritengono ingiusta la prosecuzione degli “arresti domiciliari” anche dopo la loro “negativizzazione”,  che, come ricorderete, è la tesi del Ministero della Salute.
Da parte nostra possiamo soltanto ribadire la legittimità delle ragioni ministeriali: la reintegrazione del sanitario no vax sospeso può seguire soltanto al [documentato] perfezionamento da parte sua del ciclo vaccinale primario o, se già lo aveva completato, alla [documentata] somministrazione della dose di richiamo.
È chiarò però che in questi termini la vicenda – specie ora che il Covid sta mostrando fortunatamente di voler rallentare la sua corsa – può suscitare sempre più imbarazzo e spingere gli interessati a rimostranze via via più accese, come è vero d’altra parte che anche gli Ordini danno prova in qualche circostanza di voler a propria volta quasi “disapplicare” i fermi assunti ministeriali, quantomeno evitando di sospendere il sanitario “negativizzato”, se non proprio reintegrarlo tout court.
Sta suscitando qualche scalpore, per esempio, la posizione che ha manifestato un Ordine interprovinciale degli infermieri, diramando con un comunicato la decisione di non sospendere i propri iscritti vaccinati con due dosi che siano guariti dal covid e precisando che questa presa di posizione è motivata dall’esigenza di “tutela dei diritti sia degli infermieri che di tutta la cittadinanza”.
Del resto, il clima purtroppo sembra oggi sciaguratamente infestato da quel che vediamo accadere nell’Europa Orientale e i timori per quanto potrebbe derivarne ulteriormente parrebbero sovrastare le preoccupazioni che hanno spinto all’introduzione per alcune categorie dell’obbligo vaccinale, e quindi nei fatti allentare anche i controlli.
Non si può escludere comunque che prossimamente – magari fin dai primi giorni di aprile – il Governo possa assumere provvedimenti di “attenuazione” dell’intera vicenda.

(aldo montini)

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