Approfitto della vs. interessantissima Rubrica e vorrei in particolare un parere sulla responsabilità civile del farmacista proprio in tema di vaccinazione.
Vi propongo queste mie osservazioni:
1) La gestione dell’anamnesi è un atto squisitamente ed esclusivamente medico ed il farmacista durante i corsi ISS non ha ricevuto le necessarie competenze, quand’anche gli venisse riconosciuta la facoltà per decreto…
È quindi assolutamente necessario che il paziente si rechi in farmacia con l’anamnesi già effettuata da un qualunque medico.
In effetti, come mi pare che anche voi abbiate sottolineato, una gestione sbagliata dell’anamnesi potrebbe configurare reati o comportamenti non tutelati dallo scudo penale ed inoltre esporre il farmacista a risarcimenti civili.
2) La preparazione delle dosi del vaccino (a differenza del semplice atto dell’iniezione) è anch’essa un atto altamente tecnico-professionale per il quale non possiamo improvvisare ,a meno di lunghe esercitazioni; anche per questo atto valgono le considerazioni sugli aspetti penali e civili fatte sopra.
Anche se questo aspetto in realtà rientra ampiamente nelle nostre possibilità tecnico professionali ,è da considerare con grande attenzione poiché non si tratta di una semplice preparazione galenica!
La manipolazione di materiale contenente principi attivi biologici (anche se privi di biorischio) richiede infatti particolari  caratteristiche che a una prima ricerca mi pare siano difficili da trovare in un semplice laboratorio in farmacia; nel caso si volesse procedere nell’allestimento sarebbe quantomeno opportuno riconoscere al farmacista un emolumento per la preparazione….
Se ricordo bene questo aspetto è stato critico anche nella attivazione dei MMG (perlomeno qui in Sardegna), che infatti alla fine sono andati a ritirare presso la ASL le dosi PRONTE ALL’USO.
3) Infine, ma non certo per importanza, la gestione di un eventuale shock anafilattico; per quanto ci siamo preparati con i corsi obbligatori del pronto soccorso, questi ultimi sono nella realtà puramente teorici e saremmo nella pratica assolutamente impreparati a gestire tale problema che richiede anche grande saldezza di nervi ,esperienza e forza fisica.
Sarebbe necessaria quantomeno un’ambulanza con la rianimazione pronta ad intervenire.
NB: non ho peraltro accennato ai problemi logistici e del medico competente.

Pur ritenendo di doverci complimentare con Lei per l’ampiezza della Sua analisi, ci pare tuttavia che nel punto 1) le Sue premesse non siano propriamente corrette, dato che il modulo relativo all’”anamnesi” [il c.d. consenso informato] viene compilato dal paziente, coadiuvato dal farmacista;

Quanto al punto 2), naturalmente il dosaggio della soluzione vaccinale in fase di preparazione attiene a una fase sicuramente delicata ed è proprio per questo che solo al superamento dei corsi di formazione il farmacista potrà procedere alle vaccinazioni.

Infine, quanto al punto 3), la gestione dello shock anafilattico è stata in realtà anch’essa oggetto dell’accordo quadro siglato da Governo, Regioni, Federfarma e Assofarm in cui si riporta il comportamento che il farmacista deve seguire a fronte di una grave reazione allergica del vaccinato.

Le Sue perplessità sono comunque più che giustificate, ma finché non ci saranno eventuali “aggiustamenti” in corso d’opera [da parte del legislatore] del protocollo nazionale o degli accordi regionali sulla gestione della vaccinazione effettuata dal farmacista bisogna seguire quanto più pedissequamente possibile le linee guida che sono state tracciate sinora.

È anche per questo motivo, tra l’altro, che nella Sediva News del 15 giugno 2021 “Scudo penale… ma non scudo “civile” abbiamo ad esempio consigliato di provvedere ad estendere la vs. polizza RC alle eventuali conseguenze dannose che possono coinvolgervi da un punto di vista patrimoniale.

(matteo lucidi)

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