Come pagamento dei canoni dei mesi di marzo e aprile 2020 ho deciso di accettare dal conduttore di un mio locale – in cui vi si esercita un’attività di ristorazione – la cessione del famoso bonus-locazioni che lui ha certamente maturato. Ma ho un dubbio: che rischi corro se poi, per una qualsiasi ragione, questo credito non gli spetta? Sarei costretto a restituirlo magari con sanzioni a mio carico?

In realtà nei confronti del Fisco risponde – dell’effettiva spettanza del credito [cioè dell’esistenza di tutte le condizioni previste dalla legge per poterne fruire] come pure della corretta determinazione del suo importo – soltanto il cedente; da par suo il cessionario entra in ballo, sempre sul versante delle responsabilità, solo laddove egli utilizzi il bonus ricevuto in misura maggiore oppure con modalità irregolari.

Così, in caso di controllo, il cedente che “per una qualsiasi ragione” non abbia diritto al credito è obbligato a riversarlo – naturalmente al Fisco – con una sanzione che va dal 100% al 200% [oltre agli interessi nel frattempo maturati], mentre il cessionario che abbia in buona fede utilizzato tale credito correttamente non risponde di nulla, a meno che, come detto, se ne sia avvalso irregolarmente o per un importo maggiore rispetto a quello cedutogli.

Solo quindi in questi casi il cessionario incorre in una sanzione che è però del 30% dell’ammontare del credito, fermo, s’intende, che egli dovrà comunque riversarne l’importo non correttamente (in tutto o in parte) da lui utilizzato.

(andrea raimondo)

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