Il titolo ci pare di per sé eloquente: se la squadra, ad esempio, è composta da professionalità diverse tra loro, è imprescindibile che il titolare della farmacia – che ne ha “per definizione” la responsabilità – valorizzi le varie competenze e anche, in ultima analisi, uniformi comportamenti eventualmente discordanti.

È chiaro, d’altronde, che – come tutte le categorie di lavoratori – anche quelli che operano in una farmacia possono essere classificati sotto profili diversi.

Il titolare deve di conseguenza essere in grado – detta in massima sintesi – di selezionare e mantenere i collaboratori più validi.

Ora, dato che gratificare il personale significa soprattutto puntare sulla sua crescita professionale, è comprensibile che il dipendente si chieda: “Quanto cresco? Che cosa imparo, lavorando in questa farmacia? Ed è chiaro che – se la farmacia non ha una specializzazione e/o una missione ben delineata – anche il personale avrà difficoltà a identificarsi con l’azienda e quindi perseguire una rotta costruttiva e magari anche innovativa.

Inoltre, come d’altra parte è comprensibile, tutti vogliono sentirsi apprezzati dal datore di lavoroessere riconosciuti per il proprio valore, per le proprie capacità e conoscenze.

Inevitabilmente quindi occorre:

  • dare al personale anche una prospettiva di crescita economica;
  • stabilire degli incentivi anche di gruppo; e
  • creare una squadra affiatata.

Non bisogna in definitiva lasciare spazio a negatività e invidie, ma cercare l’unione e la coesione.

Che cosa fare, allora? 

Se sono un titolare, e soprattutto voglio favorire le diverse azioni sui singoli profili, dovrò verosimilmente:

  • delegare a chi io considero in grado – in buona autonomia – di dare spazio al mio progetto e confrontarmi con lui sui risultati, sia prima che dopo, utilizzando parametri misurabili
  • formare il profilo di chi ritengo destinato per le sue qualità e per le sue motivazioni a crescere concretamente e acquisire esperienze e migliori competenze
  • lavorare perché i collaboratori meno “proattivi” conquistino all’interno della farmacia motivazioni sufficienti a spingerli perfino oltre i limiti della loro modesta volitività.

Se si vuol disporre, in ultima analisi, di una squadra affiatata in grado di dare supporto e si desidera davvero [tentare di] dare una svolta alla gestione della farmacia, è imprescindibile concentrarsi sulla selezione, sulla motivazione e sulla crescita professionale dei propri collaboratori [farmacisti e non farmacisti] nella piena consapevolezza che loro – tutti loro –  “sono” la farmacia e quindi ne determinano perfino la reputazione.

(michela pallonari

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