In vista della prossima dichiarazione dei redditi vorrei un chiarimento sulla differenza tra oneri detraibili e oneri deducibili: in particolare, come e in che misura gli uni e gli altri impattano sul calcolo delle imposte dovute?
L’argomento è stato affrontato in passato e anche più di una volta ma è sempre utile tornarvi [anche se rapidamente], perché nel linguaggio comune le due aggettivazioni “deducibile” e “detraibile” tendono a sovrapporsi, generando confusione, quando invece vi è una sostanziale (e sostanziosa) differenza, come vedremo subito.
- Le detrazioni fiscali
Quando alcune spese [come, ad esempio, quelle sostenute per motivi di salute, per l’istruzione o per gli interessi sul mutuo dell’abitazione] possono essere utilizzate per diminuire l’imposta da pagare, si parla di detrazioni.
Le detrazioni non sono altro, quindi, che uno sconto sull’imposta da liquidare, calcolato in percentuale della spesa stessa [che per le spese sanitarie è ad esempio del 19%].
La detrazione presenta, però, un inconveniente non di poco conto: se è superiore all’imposta, per la differenza essa viene perduta, e dunque – salve alcune eccezioni – una volta “azzerata” l’intera imposta dovuta, l’eventuale rimanenza diventa inutilizzabile.
Questa situazione si verifica tipicamente quando si hanno molte spese detraibili ma un reddito, e conseguentemente un’imposta, piuttosto bassi [un esempio ricorrente: detrazioni rilevanti per ristrutturazioni edilizie e/o spese mediche, ma redditi di modesta entità].
- Le deduzioni fiscali
Diversamente, altre spese [si pensi ai contributi previdenziali e assistenziali obbligatori e/o volontari, alle erogazioni liberali in favore degli enti non profit, ecc.] possono ridurre il reddito complessivo su cui calcolare l’imposta dovuta.
In questo caso parliamo appunto di deduzioni.
Se perciò la detrazione, per così dire, “brucia” l’imposta per un pari ammontare, la deduzione “brucia” il reddito complessivo imponibile, sempre per un pari ammontare, con la conseguenza che l’imposta dovuta sulla quota di reddito “bruciata” – calcolata in base alle aliquote marginali degli scaglioni di reddito che coprono, per l’appunto, tale quota – viene risparmiata.
La deduzione – in termini assolutamente generali, s’intende – si lascia pertanto preferire alla detrazione perché, come si è visto, agisce sulla base di calcolo dell’imposta, cosicché – per effetto della progressività delle aliquote – la deduzione risulterà tanto più vantaggiosa quanto più sarà alto il reddito complessivo e quindi l’aliquota con cui si calcola l’imposta risparmiata.
(stefano civitareale)
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