Per me è sempre stato difficile capire quale sia il giusto termine di pagamento per le forniture della mia farmacia: ma esistono regole o criteri che possano indirizzarmi?

Certamente, e ne abbiamo già parlato, ma è sempre bene rammentarle di tanto in tanto, riguardando un aspetto centrale della gestione della nostra attività.
La prima cosa da comprendere è che esiste una stretta correlazione tra l’ammontare delle scorte medie annue della farmacia, valutate al costo netto iva, e l’esposizione verso i fornitori di merci.
In sintesi, il nostro obiettivo ideale sarebbe quello di “pareggiare” l’ammontare del debito verso i fornitori con il valore delle merci giacenti in magazzino.
Ma per ottenere questo risultato, che dilazione di pagamento dobbiamo contrattare con i nostri fornitori?
Un semplice esempio numerico chiarirà forse le idee più di mille parole.
Poniamo che in un anno una farmacia acquisti merci per € 700.000 (sempre al costo netto iva) e le sue scorte medie annue – valutate anch’esse al costo netto iva – siano pari a € 70.000.
Dividendo l’ammontare dell’acquisto annuo per 365 (giorni) si ottiene l’acquisto giornaliero medio pari a: (700.000/365=) € 1.917,80.
Il risultato del rapporto tra il valore medio delle scorte annue [70.000] e l’acquisto giornaliero medio [1.917,80] indica la durata media di giacenza di ogni singolo prodotto in magazzino espressa in giorni, che in questo caso corrisponde a (70.000/1.917,80=) 36,50 gg., con arrotondamento per comodità a 37 gg.
Tale risultato deve essere interpretato e considerato anche come la “dilazione ideale” di pagamento ai fornitori, cioè come quella dilazione che, per l’appunto, “pareggia” il debito verso i fornitori con valore medio delle scorte annue, cui peraltro deve aggiungersi evidentemente l’iva.
Pertanto, sempre con i dati del nostro esempio, avremo:
€ 1.917,81 x37 gg = 70.958,60 +iva media 12% = 79.473,64
Valore quest’ultimo – anche qui per comodità arrotondato a 80.000 – che rappresenta proprio il debito ideale verso i fornitori essendo pari, infatti, al valore delle scorte medie annue sempre valutate al costo ma comprensive, questa volta, dell’iva che deve essere riconosciuta ai fornitori.
Se allora la farmacia riesce a raggiungere e mantenere questa dilazione [o addirittura a migliorarla riducendo il numero dei giorni senza ulteriori indebitamenti] con i suoi fornitori di merci, il debito v/fornitori è interamente garantito dall’investimento nelle scorte e la farmacia – come dicevamo – può dirsi (almeno per quanto riguarda questo aspetto della gestione) in una situazione di equilibrio.
Per avere un’idea immediata di cosa sia in questo caso l’equilibrio, immaginiamo che oggi venga a cessare di colpo l’attività, come cioè se si staccasse la spina a un elettrodomestico in funzionamento(!): ebbene, per chiudere l’esposizione con i fornitori alla nostra farmacia, basterebbe – ripetiamo, in questa situazione di equilibrio – restituire loro la merce in magazzino senza appunto dover attingere 1 solo euro ad altre risorse.
E non si tratta di sola teoria, questo è poco ma sicuro.

 (stefano civitareale)

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