La farmacia che gestisco ha ricevuto un foglio (non è una CU) da “ENPAF Gestione Autonoma del contributo 0,15%” che è intestato “Certificazione somme assoggettate a ritenuta alla fonte” e in cui si dichiara di aver versato alla ditta nell’anno 2018 euro 400,00 con ritenuta di euro 16,00.
Ma come lo inserisco nella prossima dichiarazione dei redditi?
L’art. 17, comma 4 e 5 del D.P.R. 371 dell’8/07/1998 (la Convenzione con il SSN attualmente in vigore) dispone testualmente che “(a) decorrere dal mese successivo a quello di pubblicazione del D.P.R. che rende esecutivo il presente accordo per gli adempimenti extra professionali posti a carico delle farmacie, le aziende U.S.L. verseranno all’ENPAF, a titolo di contributo a favore dei titolari di farmacia privata, un importo pari allo 0,15% della spesa sostenuta nell’anno 1986 dal S.S.N. per l’erogazione delle prestazioni farmaceutiche in forma diretta ai sensi del presente accordo. Detto importo è destinato ai titolari di farmacia in quota pro-capite. Il suddetto contributo viene altresì corrisposto dalle aziende alle farmacie pubbliche che d’intesa con le loro organizzazioni sindacali firmatarie dell’accordo, individuano programmi di utilizzo.
Il contributo di cui al comma 4 è versato all’ENPAF e alle farmacie pubbliche trimestralmente e comunque entro il mese successivo a ciascun trimestre solare [sottolineatura in grassetto è nostra]”.
Le somme corrisposte dall’ENPAF alla farmacia a questo titolo si devono quindi considerare un contributo in conto esercizio da iscrivere nel bilancio dell’esercizio – come prescrivono i princìpi contabili nazionali (OIC12) – alla voce A/5 del conto economico [Altri ricavi e proventi, con separata indicazione dei contributi in conto esercizio] nell’anno in cui è sorto con certezza il diritto alla percezione, e sono inoltre imponibili ai fini delle imposte dirette e dell’IRAP.
Il contributo, infine, è soggetto – a norma dell’art. 28 del D.P.R. 600/73 – a una ritenuta del 4% a titolo di acconto delle II.DD. da far valere a scomputo dell’imposta a debito nella dichiarazione dei redditi dell’anno di riferimento.
(roberto santori)
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