Sono titolare di farmacia e, causa l’emergenza sanitaria, ho accumulato qualche debito di troppo.
Naturalmente intendo saldare tutti i fornitori, ma in questi giorni sto ricevendo parecchie chiamate di società di recupero crediti a me sconosciute che però mi avvisano che se la posizione non viene definita verrà avviata una procedura di pignoramento.
E’ possibile questo?

 Un sempre maggior numero di imprese – questo è vero – si affida proprio a società di recupero crediti, ma nessuna di esse può minimamente avviare di per sé una qualunque procedura di pignoramento o simile.
Dobbiamo quindi pensare che anche nel Suo caso si tratti di società che – con sistemi ovviamente deprecabili e che spesso ricadono nel penale – mirano a spaventare il debitore con queste intollerabili azioni di pressing psicologico facendo balenare chissà quali conseguenze per l’impresa debitrice.
Ma in realtà il pignoramento, come del resto anche le altre misure che vengono generalmente minacciate da queste figure, non possono essere disposte che dal giudice, anche se – e qui il discorso evidentemente cambia – i veri portatori del credito della farmacia [che naturalmente non possono aver ceduto tale posizione a chicchessia perché diversamente il debitore ne avrebbe avuto formalmente conoscenza] potrebbero pur sempre agire per vie legali, ma in tal caso la farmacia sarebbe messa nelle condizioni di conoscere pienamente e tempestivamente l’iniziativa.
D’altronde, salvi i casi di particolare consistenza del credito, nessun fornitore ha interesse a pregiudicare irreparabilmente i rapporti con la sua clientela [tantomeno una clientela ancor oggi di grande riguardo come le farmacie…] e dunque a misure estreme si ricorre in vicende altrettanto estreme.

(cesare pizza)

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