Nonostante si tratti di un argomento trattato ripetutamente e ogni anno, è opportuno – considerate le incertezze che sembrano regnare tuttora – elencare partitamente quali sono le voci detraibili al 19% per oneri di istruzione universitaria.
Si tratta esattamente delle spese per:
- tasse di immatricolazione e iscrizione;
- soprattasse per esami di profitto e di laurea;
- partecipazione ai test di accesso ai corsi di laurea;
- la c.d. “ricognizione”, che è il diritto fisso dovuto per anno accademico da chi non ha rinnovato l’iscrizione per almeno due anni accademici consecutivi;
- frequenza dei Tirocini Formativi Attivi (TFA).
Ricordiamo comunque che la detrazione va calcolata sull’intera spesa sostenuta se l’università è statale, mentre per le università non statali il tetto alle detrazioni è quello stabilito annualmente, per ciascuna facoltà universitaria ma anche secondo la zona geografica, con decreto del Ministero dell’Istruzione.
Nella GU del 22.2.2021, infatti, è stato pubblicato il decreto MIUR che stabilisce i limiti da considerare per il periodo d’imposta 2020, definendo anche gli importi per le spese di dottorato, i master e i corsi di specializzazione.
(francesco raco)
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