Da più di un anno mia moglie è conduttrice di un locale commerciale dove esercita individualmente un’attività imprenditoriale. Tuttavia, a causa del lockdown, ha registrato un calo del fatturato superiore al 50% che l’ha costretta a richiedere al locatore una rinegoziazione del canone di locazione diventato troppo oneroso, ma il locatore ha rifiutato fin ora qualsiasi trattativa. Come regolarsi?

La vicenda che sta vivendo Sua moglie, connessa alla riduzione del fatturato della propria attività per effetto dell’emergenza Covid, è notoriamente abbastanza diffusa.

Alcuni hanno adito l’Autorità giudiziaria per veder accolta la propria domanda di riduzione del canone, ma le risposte dei giudici hanno tracciato, almeno fino ad oggi, un orientamento tutt’altro che univoco.

Il 9 settembre u.s., ad esempio, il Tribunale di Roma ha respinto la domanda di un albergatore che lamentava l’impossibilità di pagare i canoni di locazione, perché – secondo i giudici – non c’è una norma che, a seguito di questa situazione emergenziale, imponga l’esenzione o la riduzione del canone e questa è l’idea che molti tribunali hanno seguito.

Peraltro, come avrete rilevato dai giornali, proprio il Tribunale di Roma – con altra ordinanza del 27 agosto 2020 – aveva invece affermato [suscitando per la verità parecchi dissensi…] che il locatore non può rifiutarsi di rinegoziare il canone di locazione a fronte di un’ingente perdita economica derivante dalla chiusura forzata di marzo-maggio, dovendo questa essere concepita, guardandola nel quadro della crisi economica derivante dalla pandemia, come una sopravvenienza tale da imporre, in base alle clausole di buona fede e correttezza, un obbligo per le parti di rinegoziare il precedente accordo.

E però, nel caso oggetto dell’ordinanza il Tribunale – nonostante la previsione da parte del Decreto Rilancio della fruibilità [al ricorrere di certe condizioni] di un credito d’imposta pari al 60% del canone di locazione commerciale – ha comunque ritenuto equo procedere direttamente a una riduzione del canone stesso non ritenendo sufficiente tale beneficio fiscale a riequilibrare il contratto.

Se dunque da una parte questa pronuncia dei giudici romani potrebbe forse ritenersi in qualche modo “incoraggiante”, dall’altra, rappresenta in realtà una voce isolata, ma ci pare valga egualmente la pena che Sua moglie tenti quanto più possibile di convincere il locatore che, anche e soprattutto per l’avvenuto e documentato calo di fatturato, un eventuale contenzioso giudiziario avrebbe comunque esiti niente affatto sicuri e che in definitiva possa quindi rivelarsi opportuno raggiungere un accordo con il conduttore.

(matteo lucidi)

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