Sono proprietario di un immobile che sta subendo interventi radicali con ampliamenti di volumetria, e che solo al termine dei lavori sarà destinato ad abitazione.
Posso accedere anche io al famoso superbonus, nonostante la situazione al momento sia questa appena descritta?

La risposta è affermativa, sia pure solo in parte, e vediamo perché.

Sono in primo luogo ammessi all’agevolazione [che, ricordiamo, consiste nella detrazione del 110% delle spese sostenute, dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2022, a fronte di specifici interventi finalizzati all’eficienza energetica, nonché al consolidamento statico o alla riduzione del rischio sismico degli edifici] gli interventi di demolizione e ricostruzione – come crediamo sia nel Suo caso, anche se Lei parla di “interventi radicali” – inquadrabili nella categoria “ristrutturazione edilizia”, che deve risultare nel “documento amministrativo” generalmente rilasciato dal Comune, ovvero da altro ente territoriale competente;

Sono ammesse comunque al superbonus anche le spese sostenute per interventi realizzati su immoblili non abitativi quando però siano destinati ad abitazione pur soltanto al termine dei lavori, a condizione in ogni caso – attenzione – che nel citato “documento amministrativo” risulti chiaramente il cambio di destinazione d’uso del fabbricato in origine non abitativo.

Ma, come abbiamo detto all’inizio, c’è un aspetto che non può rivelarsi altrettanto positivo nella Sua vicenda, perché – proprio tenuto conto dell’ampliamento del volume dell’immobile – il superbonus non si può applicare alle spese riferite alla parte eccedente il volume ante-operam.

                                                                    (gianmarco ungari)

 

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