Dieci anni fa abbiamo acquistato un locale adiacente alla farmacia e lo abbiamo inserito, su consiglio del commercialista, tra i beni patrimoniali della società titolare della farmacia, perché riteniamo di poterlo utilizzare come secondo magazzino.
Del resto, il nostro conduttore – un bar – è ormai moroso da ancor prima della pandemia.
Non abbiamo ritenuto di agire anche per il blocco degli sfratti in corso, ma ora forse potremmo fare qualcosa.
Premesso che evidentemente, proprio su consiglio del commercialista, questo locale è stato certo inserito nel patrimonio sociale e non tra i beni strumentali [perché, almeno nel suo stato attuale di immobile concesso in locazione a terzi, esso non inerisce direttamente all’esercizio dell’impresa sociale], sfrattare il vs. conduttore moroso non è in questo momento possibile perché il blocco degli sfratti è tuttora in vigore.
E però, come noto, quella di sfratto è una procedura che non si esaurisce certamente in tempi brevissimi dato che, a fronte della convalida da parte del giudice, quest’ultimo normalmente concede un termine che oscilla dai 3 ai 12 mesi per permettere al conduttore inadempiente di organizzarsi e rilasciare l’immobile.
Voi tuttavia potrete nondimeno avviare sin d’ora la procedura per tentare se non altro di accorciare convenientemente i tempi, tenendo presente che il vs. programma di utilizzo del locale per l’esercizio della farmacia può ritenersi indubbiamente condivisibile, e ancor più se – come parrebbe – si tratti di un locale in grado di essere reso comunicante con la farmacia [come consiglierebbero le prestazioni che le norme sembrano richiedere sempre più alle farmacie].
Resta inoltre ferma, s’intende, la possibilità – laddove riteneste già pienamente adeguato il locale attuale – di affittare quello destinato ad esservi riconsegnato a uno studio medico o attività similare.
È chiaro, infine, che il locale diventerà un bene strumentale sia nel caso di accorpamento alla farmacia come tale che nel caso di suo utilizzo come secondo magazzino, mentre resterà un bene rientrante nel patrimonio sociale nell’altra ipotesi.
(cesare pizza)
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