Ho letto qualche giorno fa quello che avete scritto sulle “fatiche” dovute al cambiamento del ruolo del farmacista e onestamente un po’ mi riconosco nella situazione da voi descritta.
Infatti, la mia è una farmacia di media grandezza con 8 dipendenti e 2 magazzinieri  i nostri incassi sono stati sempre buoni ma ultimamente noto una diminuzione di ingressi e meno interesse da parte dei clienti all’acquisto di impulso.
La pandemia mi ha forzatamente obbligato a cambiare il modo di lavorare; sono consapevole che ora la mia farmacia deve cambiare  ma in tutta franchezza non so  da dove posso o devo realmente iniziare.

Come si può rilevare anche dalla news cui Lei si riferisce [18.05.21 Le “fatiche” di questo cambiamento del ruolo della farmacia], il ruolo del farmacista e della farmacia è notevolmente mutato a causa – soprattutto ma, per la verità, non soltanto – della situazione pandemica.
Se però guardiamo bene, anche i comportamenti del consumatore sono stati in realtà influenzati – e spesso molto influenzati – dal difficilissimo periodo portandolo a sostituire gli acquisti di “impulso” con quelli più ragionati e sicuri.
Sul punto si è rilevato interessante uno studio del dipartimento di neuro-marketing dello IULM in base al quale le sole aziende che hanno riscontrato una crescita sotto vari profili – tra cui evidenziamo quello “reputazionale” –  sono state quelle che hanno intrattenuto rapporti diretti con la clientela tra cui, guardacaso, anche le farmacie.
Partendo da quest’ultima analisi risulta chiaro – almeno così ci pare – come la farmacia debba concentrarsi sempre più sul rapporto umano, non vendendo quindi semplicemente il prodotto richiesto, ma assistendo e accompagnando la clientela nell’”esperienza vendita” facendo dunque leva [anche] sulla fiducia e l’empatia con l’utente/consumatore.
Per raggiungere o tentare di raggiungere un obiettivo magari abbastanza ambizioso, bisogna forse concentrarsi su almeno cinque punti essenziali:

– la comunicazione con il cliente;

– la risoluzione dei problemi e non la sola vendita del prodotto;

– l’empatia;

– la “trasformazione” della farmacia in un vero e proprio brand;

– lo sviluppo dell’immagine della farmacia e della sua comunicazione on-line.

In sintesi, come vediamo, si tratta di concentrare i nostri sforzi su un’autentica comunicazione, che poi – a ben guardare – dovrebbe essere un mezzo, più che un fine, fondamentale per qualunque attività imprenditoriale, professionale o anche semplicemente lavorativa.

(matteo lucidi – michela pallonari)

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