Su questo benedetto superbonus i dubbi purtroppo non finiscono mai: noi, ad esempio, sappiamo che il pagamento dei lavori va effettuato con modalità particolari, ma vorremmo sapere di quali in realtà si tratta.

Come ha chiarito l’Agenzia delle Entrate con la Circ. n. 24/E/2020, per vedersi riconoscere il diritto al c.d. Superbonus 110% [fermo il rispetto di tutte le altre condizioni soggettive e oggettive previste dalla specifica disciplina di riferimento di cui ci siamo ampiamente occupati] il pagamento delle spese per l’esecuzione degli interventi deve avvenire tramite il c.d. “bonifico parlante”, cioé con bonifico bancario o postale dal quale risultino:

  • la causale del versamento;
  • il codice fiscale del beneficiario della detrazione;
  • il numero di partita Iva o il codice fiscale del soggetto a favore del quale il bonifico è effettuato.

A questo scopo possono essere utilizzati i bonifici già predisposti dagli istituti di pagamento per l’ecobonus o per la detrazione prevista per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio.
Su tali particolari bonifici viene infatti applicata, al momento dell’accredito dei relativi pagamenti, una ritenuta d’acconto (attualmente fissata all’8%).
Qualora la non completa compilazione del bonifico pregiudichi il rispetto da parte delle banche e di Poste Italiane Spa dell’obbligo di operare la ritenuta [perché mancano dei dati imprescindibili], se non si vuole perdere il diritto all’agevolazione occorre ripetere il pagamento mediante un nuovo bonifico bancario o postale in cui ovviamente siano riportati questa volta in modo corretto e completo i dati richiesti.
Diversamente, laddove cioè questo non sia possibile, la detrazione spetta soltanto se [come già ricordato nella Sediva News del 07/05/2020] il contribuente sia in possesso di una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà rilasciata dall’impresa con cui questa attesti che i corrispettivi accreditati a suo favore sono stati correttamente contabilizzati ai fini della loro imputazione nella determinazione del reddito d’impresa (Cfr. Circ. n. 48/E/2016 e Circ. 8/E/2017).

(mauro giovannini)

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