[…per la farmacia ma non solo]
Si parla sempre di più di intelligenza artificiale [IA]. Ma, secondo voi, quali possono essere le possibili applicazioni per le farmacie, e gli eventuali rischi che può correre il nostro settore?
Premesso che una forma molto semplificata di intelligenza artificiale è già utilizzata in farmacia [gli ordinativi di farmaci e di prodotti in maniera automatica, sulla base cioè di dati preimpostati, il calcolo delle scorte, la modulazione degli acquisti, l’ottimizzazione della scelta dei fornitori], è verosimile che il continuo sviluppo di questa nuova tecnologia possa tradursi in una grande o grandissima opportunità per i farmacisti.
N.B. – Del resto, secondo recenti studi di mercato, si prevede che entro il 2025 quasi il 50% delle aziende del settore farmaceutico e dell’healthcare implementerà strategie di intelligenza artificiale.
Le possibilità di applicazione della IA, infatti, sono molteplici e possono spaziare dal monitoraggio del paziente cronico a un quadro di politerapia farmacologica, dall’elaborazione dei dati di telemedicina al monitoraggio a distanza dei pazienti fragili, nonché dall’elaborazione dei dati di screening di massa [con la possibilità di prevedere eventi per fasce e tipologie di popolazione] all’indicazione di proposte correttive e migliorative che possano essere di ausilio al medico curante per ottimizzarne il profilo.
Naturalmente, come sappiamo fin dalla nascita, “non è sempre tutto oro quello che luccica” e il più grande rischio in cui si può incorrere nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale è quello di pensare che “la macchina” possa sostituirsi al professionista, tanto più ove si tenga conto degli inevitabili rischi di anomalie perfino nell’attività dell’IA o, se si preferisce, della discontinuità di quest’ultima e nello stesso tempo, per contro, dell’ancora impareggiabile valore dell’intelligenza umana.
Insomma, per concludere queste brevissime note su un tema gigantesco per non dire planetario [che per di più è soltanto agli albori anche nello studio dei suoi tanti “in sé”], non bisogna dimenticare che l’IA deve essere un mezzo di supporto per il farmacista, e sicuramente non un suo “sostituto”, così da poter operare scelte professionali, ma anche imprenditoriali sulla base di nuove e più complete elaborazioni.
(valerio pulieri – mario astrologo)
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