Sono titolare di farmacia, e mio figlio – anche lui laureato in farmacia – non ha ancora deciso a quasi 30 anni quel che vuole veramente fare nella vita e in particolare se intende o meno lavorare in farmacia. Non è ancora economicamente autosufficiente e, secondo l’avvocato che mi ha assistito nella separazione, sarei tuttora costretto a mantenerlo. Posso almeno “tagliargli i viveri”, o comunque ridurli, così da spronarlo oppure, sia perché previsto nell’accordo di separazione, ma anche perché sono il padre, non posso sottrarmi all’obbligo di mantenerlo?

Il compimento della maggiore età non è un presupposto di per sé sufficiente per il venir meno dell’obbligo di mantenimento* del figlio o dei figli.


*Art. 315 bis cod. civ.: “Il figlio ha diritto di essere mantenuto, educato, istruito e assistito moralmente dai genitori, nel rispetto delle sue capacità, delle sue inclinazioni naturali e delle sue aspirazioni


La giurisprudenza è pacifica nel sostenere che i genitori hanno l’onere di mantenere i figli – a prescindere dall’età – quando non siano economicamente autosufficienti.

E però il mancato raggiungimento dell’autonomia reddituale deve essere senza colpa e quindi non può dipendere da cause direttamente ed esclusivamente imputabili alla condotta del figlio.

Proprio qui la Suprema Corte ha del resto precisato in più battute [v. ad esempio, Cass. 38366/21] che spetta al figlio l’onere di provare di essersi adoperato per rendersi economicamente autonomo e che tale sua condizione di “non autosufficienza” non sia – ribadiamo – a lui imputabile.

Per quel che riguarda, invece, gli importi dovuti appunto a titolo di mantenimento al figlio maggiorenne [dunque, con il raggiungimento della maggiore età gli importi – che fino ad allora venivano versati al coniuge “collocatario” – vanno corrisposti, salva diversa indicazione dei giudici, direttamente al figlio], è bene precisare che questo è un obbligo che fa carico al genitore non al fine di soddisfare le esigenze di una vita dignitosa cui un giovane adulto può/deve ambire, ma per costituire un supporto economico volto a facilitare il suo percorso di “crescita”.

Tornando alla vicenda che La riguarda, perciò, da quel che possiamo cogliere dalla Sua mail sembrerebbe ragionevole pensare che sia venuto meno qualunque Suo obbligo di mantenimento e allora, se davvero Lei decidesse di “tagliare i viveri” a Suo figlio, non dovrebbero insorgere problematiche particolari, almeno… sul piano civilistico.

(cesare pizza)

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