Prima di assumere un collaboratore preferisco valutarlo durante alcuni giorni di prova per poi assumerlo soltanto in caso di esito favorevole. Ma un collega mi ha fatto sorgere il dubbio che non si tratti di una procedura corretta.

Il Suo collega ha ragione perché il patto di prova – per essere ritenuto valido – deve risultare da atto scritto, tant’è che normalmente viene inserita una clausola ad hoc nel contratto di assunzione.

Il lavoratore non può comunque essere impiegato all’interno della farmacia senza la stipula del contratto perché diversamente saremmo in presenza, come è agevole comprendere, del classico “lavoro nero” e quindi passibile di sanzione da parte degli organi ispettivi.

Invece, nel caso – diverso ovviamente dal precedente – in cui il lavoratore venga “testato” senza alcun patto scritto, vi sarebbe addirittura, sin dal primo giorno di lavoro, l’instaurazione di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, e quindi, laddove il lavoratore non superi questo “test di fatto”, non sarebbe poi consentito licenziarlo per il mancato superamento di un periodo di prova che formalmente non c’è stato.

Come vedete queste sono vicende tutte molto delicate, come spesso del resto sono quelle riguardanti i rapporti di lavoro.

 (aldo montini)

La SEDIVA e lo Studio Bacigalupo Lucidi prestano assistenza contabile, commerciale e legale alle farmacie italiane da oltre 50 anni!