Il coaching è una pratica volta alla crescita personale nata nel mondo anglosassone che si sta diffondendo molto velocemente anche in Italia.
In sostanza, si ricorre al coach [allenatore] per fronteggiare tutte quelle situazioni critiche che necessitano di una presa di coscienza e – ribadiamo – di crescita personale permettendo infine al coachee [il cliente del coach, in questo caso il titolare di farmacia o un suo collaboratore] di raggiungere gli obiettivi prefissati, prendere consapevolezza delle proprie capacità e ampliare le prospettive personali.
Ma chi è il coach e a cosa serve in sostanza?
Innanzitutto, non bisogna confondere il coach con un semplice motivatore oppure vederlo come un risolutore di problemi, ma nei fatti si pone come un partner alla pari che ci permette di individuare soluzioni utili ai problemi della nostra farmacia, allo stesso modo in cui il farmacista deve “guidare” la clientela.
Pertanto, conoscere le tecniche di coaching permette al farmacista di creare un rapporto duraturo con i clienti che si sentiranno infatti consigliati e aiutati nelle loro problematiche.
Riteniamo, inoltre, che un percorso di coaching possa essere estremamente utile per superare tutti quei limiti dovuti allo stress o all’ottimizzazione del tempo, per sviluppare le capacità di leader e per migliorare quanto più possibile il rapporto con i dipendenti o – in caso di passaggio generazionale – superare le difficoltà che si possono riscontrare nell’entrare a far parte di un gruppo che già esiste, prendendo in carico alcune mansioni e facendo riconoscere la propria posizione e la propria autorevolezza pur essendo magari giovani e con poca esperienza.
Tutti hanno bisogno di un Coach, da soli si migliora poco perché non sappiamo la percezione degli altri (ad es. amici/familiari/dipendenti): è insomma necessario fare un cambio di prospettiva.
L’ascolto attivo è un punto forte di moltissime professioni e del farmacista in particolare, così come lo è l’affiancare il paziente/cliente per fargli capire, per esempio, l’importanza della prevenzione, degli stili di vita sani o dell’esecuzione corretta di una terapia attraverso l’aderenza alle indicazioni mediche, perché non dimentichiamo che l’obiettivo del farmacista – oltre alla corretta gestione aziendale – è sempre il benessere del paziente e la difesa della sua salute.
Detto questo, è chiaro che le tecniche di coaching diventano indispensabili per comprendere più a fondo le esigenze del cliente e, di conseguenza, per svolgere al meglio la professione sanitaria.
Attualmente il farmacista ancora fa fatica a gestire la propria azienda in quanto nasce come professionista del farmaco.
Per diventare un manager c’è ancora molta strada da fare ma iniziare a lavorare sulla formazione, e qui il coaching può diventare fondamentale per far crescere titolari e collaboratori in una visione di squadra: sfruttare tutta la tecnologia a disposizione, del resto, significa utilizzare più tempo a servizio dei pazienti/clienti.
In conclusione, il coaching è un metodo di sviluppo della persona basata sull’individualità e sull’accrescimento delle proprie attitudini, che cerca di migliorare o almeno cambiare determinate situazioni attraverso l’“autodeterminazione” e la realizzazione di se stessi ed è un’altra arma in mano al farmacista per crescere prima come individuo, poi come imprenditore.
(michela pallonari – cesare pizza)
La SEDIVA e lo Studio Bacigalupo Lucidi prestano assistenza contabile, commerciale e legale alle farmacie italiane da oltre 50 anni!