Le spese veterinarie, comprese quelle per farmaci, possono ancora oggi essere portate in detrazione solo se pagate con modalità di pagamento tracciabile?

La risposta è affermativa, sia con riguardo all’ammontare dei compensi corrisposti al veterinario che a quello dei farmaci: l’uno e l’altro sono infatti detraibili per il 19% dell’ammontare che superi, come al solito, la franchigia di euro 129,11.

E però, il tetto dell’importo su cui il singolo contribuente ha diritto alla detrazione del 19% è di 550 euro per ciascun periodo di imposta.

Dal 2021 infatti – come per le altre spese sanitarie – anche la detrazione per quelle veterinarie spetta a condizione che la prestazione sia pagata mediante versamenti bancari o postali o con altri sistemi di pagamento in grado di assicurarne la tracciabilità [carte di credito, carte di debito, assegni, ecc.].

Fanno eccezione soltanto le spese sostenute per l’acquisto di farmaci veterinari o per le prestazioni del medico veterinario rese nell’ambito del  SSN, che restano quindi detraibili anche se pagate in contanti [al pari del resto delle spese mediche].

Per completezza ricordiamo anche che, per la detraibilità dei farmaci veterinari acquistati in farmacia, occorre che lo scontrino riporti, oltre al codice fiscale del soggetto che ha sostenuto la spesa, anche la natura dei medicinali acquistati [che può essere identificata anche mediante la codifica “FV”, ovvero farmaco per uso veterinario], la loro qualità, che deve essere attestata dal codice di autorizzazione in commercio, e naturalmente la loro quantità.

                         (marco righini)

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