Dopo un periodo di calma [apparente] sono ripartiti i tentativi di truffa ai danni delle società neocostituite.
Avevamo già messo in guardia i neoamministratori e soci di questo spiacevole fenomeno già nel lontano 2015 [v. Sediva News del 19.02.2015 “Italiani, un popolo di poeti, di artisti, di eroi… e però anche talora di truffatori? Occhio comunque ai bollettini di cc postale fasulli”], per poi richiamare l’attenzione sul tema con la Sediva News dell’08.10.2020 [“Continuano le proposte “truffaldine” alle società neocostituite”]: e oggi riteniamo utile tornare ancora una volta sulla vicenda alla luce di recenti segnalazioni ricevute da alcune farmacie da noi assistite e che abbiamo potuto sventare giusto in tempo.
In particolare, esistono soggetti – persone fisiche o società – che acquistano le “anagrafiche” delle società neocostituite presso le ns. Camere di Commercio per inviare loro una notifica di pagamento [contenente elementi altisonanti e tecnici, come il distretto di competenza, il pagamento protocollo n. xxxxx, ecc., e tutti i dati esatti della malcapitata società neocostituita] di somme inferiori anche a 400 euro, notifica proveniente da soggetti che si autodefiniscono “Incaricato all’incasso per gli iscritti alla C.C.I.A.A. di…” con la causale di pagamento “Protocollo n. xxxxx”.
In buona sostanza, il genio italico applicato alla furberia si è evoluto dal vecchio bollettino di conto corrente di circa 300 euro di qualche anno fa alla nuova notifica di pagamento di quasi 400 euro dall’aspetto, come detto, particolarmente tecnico e formale.
L’importo richiesto, che vorrebbe sembrare obbligatorio per l’iscrizione nel Registro Imprese della CCIAA, in realtà riguarda un (più che) presunto servizio di ricezione di informazioni su prodotti e servizi dedicati al mondo del commercio.
Ora, questi servizi – o portali web che siano – verosimilmente esisteranno pure, ma la cosa molto fastidiosa è che la proposta, ovviamente di pura natura commerciale, gioca con tutta evidenza sull’equivoco che la richiesta economica pervenga direttamente dalla Camera di Commercio e che quindi l’importo si ponga come tributo obbligatoriamente dovuto dagli iscritti, mentre le cose, come detto, stanno ben diversamente.
Attenzione quindi alle truffe e alle varie richieste di pagamento che – colti magari dall’entusiasmo di smaltire il lungo elenco di adempimenti connessi al rilascio [ex novo o a seguito di cessione della farmacia] della titolarità dell’esercizio – possono venirvi inopinatamente recapitate.
(roberto santori)
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