Ne abbiamo già parlato un paio di volte, ma in realtà quello del licenziamento per motivi economici è un tema che per ovvie ragioni non passa mai di moda, neppure in un periodo in cui, come questo, le farmacie faticano a trovare lavoratori/lavoratrici disponibili.
In ogni caso, può tuttora rivelarsi lecito – e anche legittimo – licenziare una risorsa quando il settore in cui è adibita registri segnali di fatturato e/o di redditività molto bassi o comunque in grande calo.
In pratica, pur non avendo una situazione di crisi aziendale il licenziamento in queste specifiche evenienze è attuabile perché, va da sé, potrebbe generare un incremento quantomeno della redditività aziendale, senza contare – non va dimenticato – che l’obiettivo sarebbe sempre quello di mantenere almeno costante il reddito/profitto dell’impresa/farmacia.
È un problema che naturalmente ha affrontato anche la Cassazione, che – in particolare, in una sentenza del 2017 [o 2018] – ha ritenuto il licenziamento valido perché inquadrato in un progetto di riorganizzazione aziendale adottato, anche con ricchezza di dettagli, dall’impresa e dal quale era agevole rilevare un collegamento diretto e non equivoco con la soppressione del posto di lavoro.
Un’altra decisione della Suprema Corte, sempre di quegli anni, ha precisato che il riassetto organizzativo finalizzato a un controllo dell’impresa in termini più economici permette al datore di lavoro di licenziare un dipendente quando questo, anche qui, risponda ovviamente alla necessità di aumentare il profitto e di affrontare al tempo stesso situazioni negative traducibili in una reale indifferibilità della riduzione dei costi.
Come si vede, abbiamo esemplificato citando due decisioni: nella prima il licenziamento per giustificato motivo oggettivo è legittimo se finalizzato a migliorare i profitti dell’impresa, mentre nella seconda il licenziamento è giustificato dalla necessità di affrontare uno stato di crisi aziendale.
Pur dovendo ribadire la delicatezza e la cautela che impongono vicende del genere – come delicati sono sempre i rapporti di lavoro anche quando l’azienda possa addurre ragioni solide che giustifichino scelte di questo tipo – possiamo concludere, per quanto riguarda il quesito, che l’eventuale licenziamento della commessa parrebbe legittimo proprio perché, pur sacrificando evidentemente il reparto cosmesi/profumeria, la soppressione di quel posto di lavoro andrebbe “a beneficio” di altri settori, permettendo comunque, questo è il punto, di puntellare se non addirittura irrobustire l’esercizio della farmacia.
(giorgio bacigalupo)
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