Mio padre è deceduto da poco, nominandomi unica erede, ma per una serie di motivi personali avrei voluto rinunciare all’eredità. Subito dopo la sua morte, però, sono andata in banca ed ho prelevato una importante somma di denaro dal suo conto personale, perché ne avevo urgente bisogno e temo che questo ora mi impedisca la rinuncia.
Torniamo ancora una volta su questo tema della rinuncia all’eredità, ma qui ne analizzeremo un profilo diverso: quello della compatibilità/incompatibilità della rinuncia con il compimento di atti di disposizione del patrimonio del de cuius.
E in realtà le cose stanno proprio come lei ora teme.
Infatti, il prelievo di somme dal conto del defunto rappresenta evidentemente [salvi casi molto particolari] un atto con cui l’erede [o il legatario] accetta tacitamente l’eredità [o il legato] con la conseguente impossibilità di rinunciarvi in prosieguo.
Questo, beninteso, semprechè il c/c bancario da cui è stato operato il prelievo non fosse a propria volta cointestato con l’erede “prelevatore”: in tale evenienza, infatti, quando il prelievo sia stato contenuto in un ammontare non superiore alla metà dell’intera giacenza del conto alla data del decesso [immaginando ovviamente che la cointestazione fosse al 50%], la rinuncia almeno astrattamente potrebbe ritenersi ancora consentita, perché in questo caso non sarebbe configurabile nessuna accettazione tacita.
Venendo quindi al caso prospettato, proprio perché lei – successivamente al decesso di Suo padre – è nei fatti entrata ben presto in possesso di un bene ereditario, come il denaro in c/c bancario, non potrà più “cambiare idea” rinunciando all’eredità.
(cecilia sposato)
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