[…cioè i Key Performance Indicators]
Ricordando, e tenendolo anzi sempre ben presente, che la farmacia è servizio pubblico, esercizio di professione ma anche impresa commerciale a ogni effetto, è chiaro che diventa fondamentale – se vogliamo essere “ottimi” imprenditori – conoscere sia nelle sue linee generali che nei dettagli l’andamento aziendale, ponendosi allora [anche se e quando, attenzione, i risultati dell’esercizio siano positivi] soprattutto tre domande:
- Considerando le risorse, come sta andando la mia farmacia?
- Nel tempo la sua efficacia migliora o peggiora?
- Risultati e performance possono migliorare?
Per rispondere, possono venire in ns. soccorso i KPI (Key Performance Indicators), ovvero indici di prestazione – ricavabili particolarmente proprio dal controllo di gestione – mediante i quali è invero possibile tenere sotto controllo l’andamento dell’attività e al tempo stesso fornire risposte sia adeguate e obiettive come anche quantificabili, permettendo cioè al farmacista/imprenditore di ottenere informazioni più approfondite sulle prestazioni aziendali.
I KPI, infatti, sono indicatori che ci permettono di creare una base analitica di focalizzazione per il miglioramento strategico, così da poter definire al meglio strategie a medio e lungo termine.
Giova precisare che l’affidamento ai KPI è subordinato a un’attenta analisi degli obiettivi prefissati e a un loro monitoraggio costante [almeno semestrale].
Non sarà pertanto sufficiente prendere in considerazione il solo volume d’affari, il c.d. fatturato, ma si dovranno valutare attentamente i risultati nei vari comparti, in modo da individuare quanto meglio e tempestivamente possibile in quali aree intervenire sia per incentivare lo sviluppo che per tamponare eventuali perdite.
Per quel che riguarda, invece, la redditività, i KPI non si concentrano esclusivamente sui profitti lordi e sulle vendite, ma interessano anche il rapporto con la “risorsa umana” analizzando quindi le visite [nel senso di “ingressi”, ovviamente] dei clienti, i pezzi venduti, lo scontrino medio, il tasso di conversione, le spese per il personale e il c.d. flusso di cassa.
N.B. la misura del flusso di cassa, o cash flow, riflette – come noto – le modalità prescelte dal farmacista nell’uso della liquidità generata dalla gestione della farmacia
Grazie ai KPI, inoltre, sarà sempre possibile tenere sotto controllo i rapporti tra attivo e passivo, l’indice di rotazione, i costi di inventario e il “turnover” delle scorte.
Possiamo conclusivamente affermare, insomma, che la gestione della nostra impresa/farmacia può soltanto trarre benefici da un corretto utilizzo (anche) dei KPI.
(cesare pizza – michela pallonari)
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