Da qualche tempo ho notato che nel documento di chiusura giornaliera stampato dal Registratore Telematico della farmacia, appare anche la suddivisione degli incassi tra “contanti” e “pagamenti elettronici”, i quali però non coincidono (quasi mai) con il resoconto di chiusura giornaliera del POS. A quali conseguenze posso incorrere?
A seguito dell’adeguamento al c.d. tracciato tipo dati corrispettivi – Versione 7.0, diventato obbligatorio dopo moltissime proroghe a far data dal 1° gennaio 2022 [Cfr. Sediva News del 16/09/2021], i Registratori Telematici delle farmacie – come di qualsiasi altro esercizio commerciale – inviano entro 12 giorni dalla registrazione dei corrispettivi, come sapete, le informazioni complessive sulle vendite giornaliere suddividendole tra “pagato contanti”, ovvero “pagato elettronico”:
[Fonte: portale “Fatture e Corrispettivi” dell’Agenzia delle Entrate]
Questi dati a loro volta derivano dalle informazioni sulle modalità di pagamento che l’addetto al banco ha immesso sul software gestionale della farmacia durante la vendita.
In questa fase, infatti, l’esercente – tramite il gestionale – può scegliere se rendere definitiva la vendita con “pagamento in contanti”, ovvero con “pagamento elettronico” [o diciture similari], con immediato invio di tali informazioni al RT, il quale a sua volta li registra e li memorizza per la successiva trasmissione, entro i predetti 12 giorni, all’Agenzia delle Entrate.
Come è facile intuire, quindi, per riscontrare l’esatta corrispondenza dei dati del “pagato elettronico” trasmessi grazie al nuovo tracciato 7.0 con il totale delle effettive transazioni elettroniche giornaliere dei clienti, è imprescindibile naturalmente che l’operatore al banco abbia correttamente registrato le reali modalità di pagamento scelte dal cliente.
Purtroppo, però, come capita a Lei e a tanti altri esercenti, questo non sempre è possibile.
Talora, ad esempio, succede cioè che il cliente, dopo aver confermato all’operatore la propria scelta di voler pagare mediante bancomat, riscontri problemi tecnici nell’effettuazione della transazione con il POS [o cambi idea all’ultimo momento…] e concluda l’acquisto pagando in contanti, creando così dei disallineamenti tra quanto trasmesso dal RT e quanto poi riepilogato nel report di chiusura POS di fine giornata.
Nel rispondere finalmente al quesito, benché non si ravvedano gli estremi per l’applicazione delle sanzioni [previste dal ns. ordinamento per l’omessa o tardiva trasmissione, come pure per la trasmissione di dati incompleti o non veritieri dei corrispettivi giornalieri], le differenze riscontrate nei due documenti di chiusura quotidiana [RT e POS] possono ingenerare nell’Amministrazione finanziaria un qualche “sospetto” di evasione, specie a seguito delle novità introdotte dal recente Decreto PNRR 2 [dl 29/04/2022, n. 36, in G.U il 30/04/2022].
Infatti, come già anticipato nella Sediva News del 28/04/2022, è stato definitivamente introdotto l’obbligo per tutti i gestori intermediari che emettono carte di credito e bancomat [banche, Poste Italiane Spa, ecc…] di comunicare al Fisco il totale giornaliero di tutti i pagamenti effettuati nei singoli esercizi commerciali e quindi anche nelle farmacie.
Dunque, ora l’A.f. ha a disposizione un flusso continuo telematico di dati [dei corrispettivi trasmessi dagli RT e delle vendite elettroniche comunicate dagli intermediari gestori POS] che le consentirà l’incrocio d informazioni con l’obiettivo – da sempre dichiarato – di contrastare l’evasione fiscale.
Pertanto, al fine di eliminare – o quanto meno ridurre il più possibile – le discordanze dei dati messi a disposizione del Fisco, è necessario che ogni singolo operatore addetto alla vendita in farmacia operi con la massima diligenza durante tutte le fasi conclusive della transazione commerciale, comprese dunque quelle che vanno dal porre la fatidica domanda al cliente: [Pagamento in contanti o con carta?] fino al successivo trasferimento, dal gestionale al RT, delle informazioni sulla modalità di pagamento prescelta.
(mauro giovannini)
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