Ho inviato erroneamente una FE che è stata ricevuta.
Successivamente mi sono accorto che nonostante il SdI non l’abbia rifiutata ho sbagliato l’indicazione della Partita Iva.
Posso rimediare?
Tenete conto che la data di prima emissione del documento risale a più di un anno fa.
Eventualmente, a quanto ammonterebbe la sanzione?
Andando con ordine, la risposta al primo interrogativo è affermativa, perché anche alla FE errata si può porre rimedio.
Esattamente, in questo caso è consentita l’emissione di una nota di variazione [nota di credito] e successivamente quella di una nuova FE ma, s’intende, con l’indicazione della partita iva corretta.
Quanto alle tempistiche di emissione della nota di credito [che, ricordiamolo, dovrà essere fatta con codice FE TD08], l’art.26 del dpr 633/1972 stabilisce che questa “…non può essere applicata dopo il decorso di un anno dall’effettuazione dell’operazione imponibile qualora gli eventi ivi indicati si verifichino in dipendenza di sopravvenuto accordo fra le parti e può essere applicata entro lo stesso termine, anche in caso di rettifica di inesattezze della fatturazione che abbiano dato luogo all’applicazione dell’articolo 21, comma 7”.
Pertanto, visto che quello di un anno è il tempo limite previsto per il caso in cui la correzione riguardi l’IVA, esso non si applica nella vicenda da Lei descritta.
Da ultimo, con riferimento alla sanzione, è dovuta una somma nella misura da euro 250 a euro 2.000 laddove però – attenzione – la violazione non abbia inciso sulla corretta liquidazione del tributo, perché diversamente l’importo della sanzione va dal 90% al 180% dell’imposta evasa con un ammontare minimo di 500 Euro.
Naturalmente, però, bisogna sempre tener conto anche delle riduzioni derivanti dal ricorso al ravvedimento operoso.
(marco righini)
La SEDIVA e lo Studio Bacigalupo Lucidi prestano assistenza contabile, commerciale e legale alle farmacie italiane da oltre 50 anni!