IL PIGNORAMENTO DEL C/C COINTESTATO

Sono socia al 50% di una snc titolare di farmacia e – alla data di ripartizione degli utili – sono solita versarli sul conto bancario cointestato con mio marito. Sfortunatamente in seguito a dei cattivi investimenti, mio marito ha contratto un grosso debito e vorrei sapere se, in caso di pignoramento, il nostro conto sia in pericolo.

Indubbiamente, il conto corrente – anche se cointestato – può essere oggetto di pignoramento, perché a nulla rileva che uno dei cointestatari non abbia contratto materialmente alcun debito, configurando infatti il c/c cointestato, ai sensi dell’art. 1854 cod. civ., un’ipotesi di obbligazione solidale.
Tuttavia, appunto per la natura solidale di un rapporto di c/c cointestato, la disciplina cui è necessario fare riferimento è quella prevista dall’art. 1298, comma 2 cod. civ., cosicché “le parti di ciascuno [ciascun debitore in solido o ciascun creditore in solido] si presumono uguali” salvo che non risulti diversamente.

Nota Bene: L’onere probatorio grava sul terzo creditore che voglia contestare la presunzione di appartenenza pro quota del 50% [Cass. civ., sez. II, 23 febbraio 2021, sent. n. 4838]

Quindi, proprio per il disposto dello stesso art. 1298 cod. civ., in linea generale il pignoramento non dovrebbe coinvolgere la totalità della giacenza del Vs. conto, ma soltanto la metà della somma ivi depositata [principio più volte ribadito dalla giurisprudenza e anche dall’arbitrato bancario e finanziario].
Ma, nell’eventualità in cui invece il c/c fosse pignorato non per la metà ma nella sua interezza [perché, poniamo, l’istituto bancario – che, ricordiamolo, è il debitore dei due cointestatari – non ha tenuto conto della presunzione di appartenenza loro delle somme per egual importo], al cointestatario estraneo all’obbligazione è consentita la c.d. opposizione di terzo che gli permetta di sottrarre al procedimento la sua quota di comproprietà/contitolarità.

(cesare pizza)