Sul Vs. parere riguardante il conflitto d’interessi ingeneratosi con il potere attribuito ai Comuni dal Decreto Crescitalia mi trovo pienamente d’accordo.
Penso però che quel che poteva essere giustificato dall’urgenza di un provvedimento che ha prodotto diverse storture, di cui anch’io come titolare urbano sono stato testimone, dovrebbe essere oggetto di forti azioni da parte dei nostri rappresentanti presso chi di dovere per riportare la normativa quantomeno allo status quo ante, per evitare situazioni che, come Voi avete ben rappresentato, non danneggiano solo i titolari già sul territorio (a chi può importare?) ma soprattutto il cittadino.
L’occasione mi offre anche l’opportunità di tornare su un vostro commento di poco tempo fa relativo alla sentenza del CDS del giugno scorso contro la cedibilità della farmacia rurale, anche dopo l’assegnazione della sede nel concorso straordinario.
Visto che, come da Voi sostenuto, è stata scritta la parola fine alla possibilità, offerta dalla Nota 4, di perseguire l’obiettivo di cui sopra [cioè accettare la sede assegnata e subito dopo cedere la farmacia rurale di cui si è titolari senza subire conseguenze nel concorso straordinario], non comprendo come sia possibile che una stessa Asl abbia assunto, di fronte a due casi identici, posizioni diametralmente opposte.
Infatti, probabilmente a Voi non è noto che l’ASL di …. ha autorizzato nel primo interpello l’apertura della nuova sede a farmacista che, esattamente nel periodo tra assegnazione ed apertura, ha provveduto a cedere la sede precedente.
Ora, come cittadino prima che come farmacista, mi chiedo come sia possibile che nessuno debba rispondere per quello che, alla luce della sentenza del CDS, risulta essere una palese ingiustizia, anche nei confronti di altri concorrenti ai quali è stato così ridotto il ventaglio delle possibilità di scelta.
Chi deve prendere provvedimenti e chi paga?

Più che un quesito sembra uno “sfogo” che non vogliamo però deludere e quindi pubblichiamo pressoché integralmente la mail anche se per la verità in tutti questi anni di “ingiustizie” nei concorsi straordinari – autentiche o percepite come tali – se ne sono viste parecchie e purtroppo è sicuro che presto ne vedremo ancora e potranno rivelarsi addirittura più serie e pregiudizievoli di quelle che le hanno precedute.
Comunque, chi segue queste vicende sa bene a cosa intendiamo riferirci.
Per la cronaca, inoltre, le Sediva News cui la mail si riferisce sono quella del 23/10/2019 [“L’intollerabile “fai da te” di un comune…] e soprattutto quella del 5/6/2019 [“Il CdS contro la cedibilità della farmacia (rurale o soprannumeraria) anche dopo l’assegnazione della sede nel concorso straordinario] che evidentemente riguarda più da vicino l’interessato e che dunque rendiamo immediatamente consultabile.
Sono temi – alcuni giganteschi, come quello del conflitto di interessi che, astrattamente ma non solo, può inquinare l’operato dei comuni – che abbiamo affrontato numerose volte, ma, quanto alla famosa Nota 4 [che figura in tutti i bandi di concorso straordinario], le “storture” che Lei evoca si sono rivelate più frequenti di quanto sembra credere e non hanno certo riguardato soltanto la Asl richiamata nel quesito.
Il vero è che la Nota 4 autorizzava qualche pallida speranza come noi stessi avevamo delineato, affrettandoci però a precisare che il sistema normativo e anche lo stesso bando di concorso straordinario non permettevano di farvi grande affidamento, e quindi è in definitiva corretto che il CdS abbia sbarrato una volta per tutte ogni portone.
Se perciò Lei ha potuto verificare difformità di comportamenti tra un’Asl e l’altra, o all’interno della stessa Asl, è soltanto perché la posizione “ufficiale” di netta chiusura del CdS è stata resa nota solo di recente, ed esattamente nella sentenza n. 3681 del 3/06/2019.
Non c’è quindi in realtà da sospettare chissà quale trattamento di favore, perché verosimilmente si è trattato più che altro di difficoltà e/o leggerezze sul piano interpretativo.
Infine, Lei chiede, riferendosi a questa “disparità di trattamento”: chi deve prendere provvedimenti e chi paga?
È possibile che qualche provvedimento possa essere assunto da un’Asl o da un Comune che, spinto da un sacro furore di giustizia, vada a scartabellare nei fascicoli delle pratiche risolte diversamente e magari tenti di porvi rimedio; ma un’evenienza del genere non sembra probabile, almeno in questo momento.
Inoltre, come Lei saprà certamente, sono in arrivo due pronunce della Adunanza plenaria del CdS che dovrebbe sciogliere, direttamente o indirettamente e in un modo o nell’altro, i due nodi che tutti ben conosciamo.
E però, comunque andrà a finire, si materializzeranno o semplicemente affioreranno pregiudizi più o meno consistenti per alcune compagini o improvvisi benefici per altre.
Pertanto, quando sarà, anche qui potrà essere lecito porsi l’interrogativo che chiude la Sua email al quale però, in tutta franchezza, non siamo in grado di rispondere con la massima tranquillità, se non altro per il numero e la diversità delle strade che si riveleranno astrattamente percorribili.

 (gustavo bacigalupo)

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