Ho concordato con un fornitore un extra-sconto dell’1,5% al raggiungimento di un determinato volume annuo di acquisti, ma al dunque lo sconto realmente concesso alla nostra farmacia non è affatto risultato uguale alla somma dello sconto-base più l’extra-sconto. Ma come è possibile questo?

L’argomento è stato trattato altre volte, ma merita sicuramente tornarvi spesso perché è un tema indubbiamente di interesse generale, visto che attiene in pratica alla gestione “di tutti i giorni” della farmacia e in grado quindi nel concreto di orientare in una direzione o nell’altra alcune scelte commerciali.

Ebbene, quando si parla di extra-sconto si è subito portati a pensare che la percentuale promessa si aggiunga a quella dello sconto-base ai fini del calcolo dello sconto complessivo, ma in realtà così non è perché i fornitori operano – come abbiamo particolarmente osservato, ad esempio, nella Sediva News del 18/04/2018 – un piccolo “trucco matematico” [absit iniura…] consistente nell’applicare la percentuale di extra-sconto non sull’importo pieno di partenza [dato ovviamente dal prezzo al pubblico (PP) “de-ivato”], ma proprio sul PP ridotto esattamente dello sconto-base.

È chiaro, allora, che lo sconto complessivo effettivo sarà necessariamente inferiore alla somma algebrica delle due percentuali (sconto‑base più extra-sconto) considerato appunto che il secondo è calcolato su un importo inferiore, cioè sull’ammontare del PP già decurtato come appena detto.

Anche qui un esempio – come sempre quando si parla di numeri – potrà essere molto più eloquente di tante chiacchiere, ipotizzando per semplicità che il PP “de-ivato” corrisponda a 100,00 e che la percentuale di sconto-base sia 30,35.

L’ulteriore extra-sconto dell’1,50% sarà calcolato sul PP “de-ivato” meno il primo sconto (100,00-30,35=69,65) e perciò sarà pari all’1,04% (69,65 x 1,50%).

Lo sconto effettivo praticato corrisponderà di conseguenza a (30,35+1,04)=31,39, evidentemente inferiore alla somma delle percentuali di partenza di sconto-base ed extra-sconto (30,35%+1,50%=) 31,85%.

I fornitori verosimilmente “giocano” [senza, beninteso, voler puntare l’indice su nessuno e men che meno su una categoria generalmente corretta] su un equivoco terminologico: extra-sconto, infatti, non significa certo percentuale-extra di sconto ma ben diversamente uno sconto ulteriore posticipato – e perlopiù condizionato al raggiungimento, poniamo, di un concordato volume di vendita – che segue lo sconto-base e che pertanto viene applicato sull’importo del PP “de‑ivato” già ridotto dello sconto-base.

Comunque i calcoli appena resi, questo è sicuro, non mentono e dimostrano che l’extra-sconto effettivo – guadagnato al raggiungimento del fatidico obiettivo di acquisto – ammonta all’1,04% e non all’1,50% [magari] pubblicizzato.

In definitiva, però, quel che conta è che le farmacie tutto questo lo sappiano bene [e d’altronde per lo più lo sanno bene…] e che dunque siano in grado di farsi i conti con la migliore consapevolezza e la più ampia ricchezza di elementi prima di assumere qualsiasi impegno e chiedere al nostro fornitore – senza alcun timore di apparire eccessivamente… “pignoli” – la massima chiarezza quando vengono proposti nuovi o meno nuovi sconti e/o condizioni.

(franco lucidi)

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