Nella Legge di Stabilità 2017, in corso di approvazione in Parlamento, è prevista una sensibile riduzione delle imposte sui redditi provenienti dall’attività di impresa, con l’introduzione dell’IRI (Imposta Reddito Imprenditoriale) in luogo dell’Irpef, come da noi anticipato recentemente.
Attualmente i redditi delle società di capitali (srl e spa) sono tassati al 27,50% a titolo di Ires, aliquota che verrà ridotta a partire dal 2017 al 24%.
Anche per le imprese individuali e per le società di persone (sas e snc) il Governo nella proposta di legge ha previsto la medesima tassazione delle società di capitali, cioè il 24%.
Facciamo un esempio pratico per comprendere meglio.
Se il reddito imponibile fosse di € 100.000, ora l’Irpef sarebbe pari a € 36.120 con un’aliquota media del 36,12%.
Una volta approvato il provvedimento, se il testo resterà questo, la tassazione sarebbe soltanto di € 24.000, con una riduzione di ben € 12.120, pari a oltre il 12%.
C’è però un però: se l’imprenditore individuale o il socio della società di persone preleva, tutti o in parte, quegli utili il relativo importo viene tassato secondo le aliquote attuali normali, e pertanto l’aliquota del 24% riguarderà la sola differenza tra il reddito dichiarato e il prelievo al 24%.
Un altro esempio. Se il reddito fosse sempre di € 100.000 e il titolare e i soci prelevassero € 30.000, la tassazione sarebbe la seguente: su € 70.000 al 24% l’Iri sarebbe € 16.800, su € 30.000 l’Irpef sarebbe € 7.820 per un totale di imposte di € 24.620 comunque inferiore alla tassazione attuale che come abbiamo visto vorrebbe € 36.120.
C’è un altro però: se il titolare individuale o il socio prelevassero utili maturati negli anni pregressi, su quegli importi non dovrebbero pagare imposte, perché afferenti a periodi nei quali la tassazione dell’Irpef si è esaurita e dunque, sempre tornando al nostro esempio, la tassazione si limiterebbe a € 24.000, perché il prelevamento effettuato dal titolare e dai soci ha già scontato l’imposta intera.
Questa particolare tassazione, che può essere scelta per opzione e quindi non è obbligatoria anche se vincola per cinque anni, comporta una tenuta della contabilità puntuale osservando in particolare i seguenti adempimenti:
– gli incassi per contanti vanno totalmente versati, possibilmente con frequenza giornaliera senza effettuare pagamenti per contanti;
– deve essere possibilmente definito con il nostro Studio quale prelievo a titolo di utili può essere effettuato, trasferendolo con un bonifico bancario dal conto della farmacia a quello personale;
– la trasmissione dei dati bancari diventa quindi determinante per la corretta tenuta della contabilità finanziaria e perciò i rapporti con la banca devono essere “dematerializzati” (come peraltro stanno facendo tutte le farmacie da noi assistite), in modo da facilitare la contabilizzazione dei prelievi e soprattutto la loro collocazione se riferita agli anni pregressi o a quella dell’anno in corso.
In questo quadro si rivelerebbe dunque utile prelevare denaro alla fine dell’anno 2016, sempre con bonifico bancario, in modo che nel 2017 i prelievi possano essere ridotti al minimo.
Per la verità, il Parlamento approvò già nel 2008 l’introduzione dell’IRI, ma il Governo non ha mai emanato (come purtroppo siamo costretti a constatare con grande frequenza) i provvedimenti attuativi e perciò è rimasto tutto lettera morta.
Non ci resta pertanto che attendere la pubblicazione nella G.U. dei necessari provvedimenti.

(franco lucidi)

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