Sono titolare di una farmacia situata nel centro storico.
Da qualche giorno ho visto distribuire da alcune attività commerciali vicine alla mia farmacia una piantina/mappa del centro con inserita nell’intestazione “Piccola Mappa dello shopping a…”, ovvero dove comprare, dove mangiare e come perdersi tra le viuzze del centro.
Chiarisco che nella “mappa” non c’è un’indicazione che i negozi segnalati rientrano tra quelli associati a questa aggregazione che comprende oltre 120 tra bar, botteghe storiche, ristoranti e pubblici esercizi che si trovano nel nostro splendido centro storico e che hanno deciso di sviluppare strategie comuni al fine di garantire una miglior vivibilità della città stessa.
Ora, la mia Farmacia a causa della viabilità ha subito gravi perdite e sta meditando un prossimo trasferimento; nella “mappa” sono riportate le altre farmacie del centro e questo sta facendo credere agli abitanti che noi abbiamo chiuso o ci siamo già trasferiti con la conseguenza di un ulteriore “calo” del nostro fatturato.
Preciso infine che sia in sede di progetto che di esecuzione di questa “mappa” non siamo mai stati interpellati per adesioni o meno.
E’ lecita questa esclusione della mia farmacia?
Quella che Lei descrive non è una vicenda infrequente, perché queste sono “aggregazioni commerciali” che si formano abbastanza spesso e mirano evidentemente a rafforzare la “visibilità” degli esercizi che vi aderiscono ma non di tutte le attività commerciali della città o (come in questo caso) del suo centro storico.
Anche a Roma, ad esempio, “girano” sui tavoli dei bar, ristoranti e simili, pubblicazioni che quotidianamente indicano le attività del giorno in un certo quartiere, ma al tempo stesso contengono “locandine” sostanzialmente pubblicitarie di alcuni esercizi (pizzerie, cinema, ecc.) e si tratta sempre, almeno per un certo periodo, degli stessi esercizi, ma non di tutti quelli del quartiere.
Verosimilmente gli esercizi coinvolti corrispondono periodicamente delle quote di partecipazione alle spese generali della pubblicazione ma, questo è il punto, l’“aggregazione commerciale” opera soltanto a favore dei propri aderenti, e può quindi capitare che siano pubblicizzati tre bar ma non tutti i bar della zona, e non ci pare che quelli esclusi possano vantare ragioni risarcitorie nei confronti delle pubblicazioni e/o dell’“aggregazione” in quanto tale.
L’unico aspetto che potrebbe astrattamente assumere una qualche rilevanza è quello della concorrenza sleale (disciplinata anche dal codice civile), ma riterremmo molto complicato agire sotto questo profilo nei confronti – per restare al Suo caso – delle farmacie “pubblicizzate” (perché aderenti all’“aggregazione”), neppure, s’intende, sul versante deontologico.
(gustavo bacigalupo)
La SEDIVA e lo Studio Bacigalupo Lucidi prestano assistenza contabile, commerciale e legale alle farmacie italiane da oltre 50 anni!