Le nuove regole sull’utilizzo del contante
Come accennato nella Sediva News straordinaria del 31/12/2015, la Legge di
Stabilità 2016 ha cambiato le regole (anche) sulla circolazione del
contante.
Una delle novità di maggior rilievo è certamente l’innalzamento del limite
di € 999,99 vigente fino al 31 dicembre 2015 a € 2.999,99 a partire dal
1°gennaio 2016.
Pertanto da quest’ultima data potranno – fino al detto importo – essere
corrisposte retribuzioni ai dipendenti, effettuati pagamenti ai fornitori
di beni e servizi ecc. in contanti, ferme restando le ulteriori immutate
disposizioni in materia di utilizzo del denaro, e in particolare quella sul
divieto di frazionamento artificioso dei pagamenti (di cui ci siamo
occupati più volte).
Tuttavia il nuovo limite non avrà valenza generale, tant’è che ormai non ha
più senso parlare di limite bensì di limiti di utilizzo del denaro liquido
nelle transazioni economiche.
E infatti, tanto per restare nelle ipotesi più ricorrenti nella vita
quotidiana, gli assegni bancari e postali, se di importo pari o superiore a
€ 1.000, dovranno continuare ad essere emessi con l’indicazione del nome o
della ragione sociale del beneficiario e della clausola di non
trasferibilità; lo stesso limite continuerà a riguardare anche i c.d.
servizi di Money Transfer; più respiro per i cambiavalute, invece, per i
quali la soglia di utilizzo viene innalzata dagli attuali 2.500 € a 3.000
€.
Anche per i pagamenti di emolumenti a qualsiasi titolo corrisposti dalle
pubbliche amministrazioni – ad esempio, le pensioni – il limite resta di €
1.000, superato il quale l’operazione non potrà che avvenire in modalità
“tracciate” (bonifico, assegno, ecc.).
Sparisce invece l’obbligo di pagamento con strumenti tracciabili – che del
resto non ha mai trovato attuazione perché addirittura “sconfessato” dal
MEF (v. Sediva News del 04/03/2014) – valevole per qualsiasi importo per i
canoni di locazione di unità abitative; anche per questi pagamenti perciò
vale il nuovo limite generale di € 2.999,99.
Non viene ritoccato invece (e francamente non se ne comprende il perché se
la novità mira soltanto alla semplificazione della vita di tutti…) il
limite di utilizzo in forma cartacea – cioè dietro presentazione allo
sportello bancario o postale – del modello F24 per il pagamento di imposte
e contributi, che resta perciò fissato a 999,99 euro.
Insomma, ancora una volta il vizio di dettare regole “a macchia di
leopardo” in barba ad ogni naturale esistenza di sistematicità ha avuto la
meglio.
(mauro giovannini)