Accertamento induttivo se c’è in azienda “lavoro nero”
L’accertato utilizzo di “lavoro nero” in un’azienda consente al Fisco di
disattendere la contabilità e di ricostruire il reddito d’impresa con il
c.d. “metodo induttivo”.
È quanto emerge da un’ordinanza del mese scorso della Corte di Cassazione
(n. 24250 del 13/11/2014).
La Suprema Corte, in sostanza, ha confermato le decisioni delle commissioni
di merito che a loro volta hanno ritenuto fondato il ragionamento del Fisco
per il quale la maggiore produttività dell’azienda scaturente dal lavoro
non dichiarato dà origine a ricavi del pari non dichiarati.
In situazioni di questo tipo è onere del contribuente dimostrare che,
nonostante la presenza di lavoratori non iscritti, tutti i ricavi
conseguiti sono stati contabilizzati: prova difficile se non impossibile e
quindi “pratiche” del genere si rivelano nei fatti una scelta spesso molto
azzardata e non solo per le conseguenze che potrebbero derivarne sul piano
della normativa del lavoro, come del resto quella decisione della
Cassazione sta a dimostrare.
(stefano
lucidi)