La contabilità “in nero” fa sempre piena prova dell’evasione

Il rinvenimento nel corso di una verifica fiscale di fogli, quaderni e
cartoncini, da cui risultino “entrate” che non trovino un puntuale
riscontro nella contabilità ufficiale dell’impresa (come, ad esempio, la
farmacia), fa sempre prova piena dell’evasione prescindendo dalla
sussistenza di qualsivoglia ulteriore indizio della stessa.

A questo punto, quindi, è il contribuente ad essere chiamato, se vuole
“smontare” la pretesa del Fisco, a dimostrare – con tutte le difficoltà del
caso – il contrario, cioè che gli introiti in argomento non riguardino
l’attività dell’impresa sottoposta a controllo.

Queste le recenti conclusioni anche della Suprema Corte (sent. n. 22265 del
21/10/2014) – a conferma peraltro di un orientamento consolidato in materia
– di cui evidentemente è necessario tener conto.

(valerio salimbeni)

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