Anche l’apertura della cassetta di sicurezza è indice di evasione fiscale

Dallo scorso 1° novembre, come peraltro era noto da tempo, è
definitivamente venuto meno anche nel ns. Paese il segreto bancario, e
dunque una serie di dati stanno affluendo all’Amministrazione finanziaria
per consentire a quest’ultima, in particolare, la rilevazione di eventuali
redditi occulti, anche se, per la verità, la diversità dei quattro o cinque
sistemi informatici adottati potrebbe rendere difficile almeno per un po’
un colloquio tra loro pienamente efficiente ai fini che il Fisco intende
perseguire.

Sono comunque oggetto di specifica segnalazione:

– le richieste di apertura, nel corso dell’anno, di cassette di sicurezza;

– l’utilizzo di carta di credito e l’”acquisto” di ricariche per quelle
prepagate;

– il saldo del conto corrente alla fine dell’anno precedente e quelli
dell’anno in corso;

– l’ammontare dei versamenti e dei prelevamenti nei conti;

– l’ammontare dei titoli posseduti (azioni, obbligazioni, ecc.) alla fine
dell’anno precedente e nell’anno in corso;

– l’ammontare dei conti di deposito e delle gestioni patrimoniali, sempre
come differenza tra il patrimonio valutato alla fine dell’anno precedente e
quello corrente.

Anche gli acquisti e le vendite di oro e metalli preziosi costituiscono
fonte di controllo da parte del Fisco.

Sono per il momento esclusi i versamenti con bollettino postale inferiori
ad 1.500,00 euro.

E’ naturalmente la fine in pratica anche della privacy (almeno per come
l’abbiamo sempre intesa…), e questo potrà indurre qualche cittadino
italiano a prendere magari contatto con banche estere, anche se non bisogna
dimenticare che con qualche Paese, come la Svizzera, l’Italia sta
perfezionando apposite convenzioni per stanare i presunti evasori.

(franco lucidi)

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