Scadenza massima del contratto a termine che fare? – QUESITO

Con il mio collaboratore, dipendente a tempo determinato, il contratto
scade il 31/12/2012, dopo tre anni di servizio.
Posso valutare possibilità diverse dall’assunzione a tempo indeterminato?

Come noto, il limite temporale per il contratto a tempo determinato è di 36
mesi, tanto se è stato stipulato in un’unica soluzione come anche nel caso
di (sommatoria di) più contratti a termine per lo svolgimento delle stesse
mansioni.

Decorsi i tre anni di durata, il lavoratore deve essere assunto a tempo
indeterminato o eventualmente – ma si tratta pur sempre di una soluzione
un po’ macchinosa e spesso censurabile – può essere “lasciato a casa” per
un periodo che varia tra i 30 e i 50 giorni (v. Sediva news del
23/07/2012), per poi essere riassunto ex novo sempre con un contratto a
termine.

Secondo però un recentissimo intervento del Ministero del lavoro (n. 32/12,
in risposta ad un interpello), è consentito all’azienda avvalersi dello
stesso lavoratore – con il quale sia scaduto il rapporto triennale a tempo
determinato – ricorrendo al contratto di somministrazione (ex lavoro
interinale).

In pratica, la Riforma Fornero (legge 92/12) fissa bensì quel limite per i
contratti a termine, ma non impedisce il successivo utilizzo della diversa
tipologia lavorativa della somministrazione di lavoro.

Questa, dunque, potrebbe essere una soluzione cui fa ricorso nel caso da
Lei descritto, anche se, come sempre, è necessario adottare anche nel
concreto tutte le migliori cautele per evitare quantomeno che, tenuto conto
del comportamento delle parti, possano configurarsi fattispecie elusive di
norme imperative.

(giorgio bacigalupo)

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