Penalizzate con l’IMU le abitazioni principali costituite da più immobili
accatastati separatamente.

Come abbiamo già ricordato, con la nuova imposta per “abitazione principale
si intende l’immobile, iscritto o iscrivibile nel Catasto edilizio urbano
come unica unità immobiliare, nel quale il possessore e il suo nucleo
familiare dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente”.

Pertanto, contrariamente a quello che accadeva per l’Ici, nel caso in cui
l’abitazione principale sia costituita da due unità immobiliari contigue e
comunicanti, ma separatamente accatastate, il contribuente dovrà scegliere
– ai fini delle agevolazioni e/o delle riduzioni IMU – quale delle due
indicare appunto come abitazione principale (purché, s’intende, sussistano
gli ulteriori requisiti); l’altra, pur se effettivamente destinata ad
abitazione principale, deve essere considerata come diversa dalla
principale, con la conseguente applicazione delle aliquote deliberate dal
Comune per tali tipologie di fabbricati.

Naturalmente, al fine di acquisire lo sconto per ambedue gli immobili, è
sempre possibile procedere alla loro “fusione” catastale con attribuzione
di un’unica rendita, tenendo però conto che verosimilmente, per effetto del
probabile riclassamento, dall’operazione nascerebbe un immobile con una
rendita superiore alla somma delle singole rendite di partenza, e questo
potrebbe condurre con sé un aggravio della tassazione e, in generale, degli
oneri di gestione dell’immobile stesso.

(stefano civitareale)

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