Sempre più monitorato il prelievo di utili “non giustificati”

A giudizio della Cassazione, che naturalmente è quello che nei fatti conta
davvero, la tenuta di una contabilità regolare non esclude che il Fisco
possa recuperare a tassazione importi “non giustificati” dal contribuente.

E così nell’ipotesi di prelevamenti da parte di soci (di una srl, nel caso
esaminato dalla Corte in una recente sentenza) di somme utilizzate per
pagare le rate di mutuo gravanti sulle loro abitazioni, il Fisco è
legittimato a presumere che quei prelievi costituiscano ricavi (sociali)
non assoggettati a tassazione, ancorché la contabilità della srl sia
regolarmente tenuta.

Il ragionamento operato dalla Cassazione, per la verità un po’ disinvolto,
induce a trarre quelle stesse conclusioni anche nel caso – non certo
infrequente neppure nelle farmacie – di prelievi eccedenti gli utili
maturati dalle imprese, sia in forma individuale che in forma societaria,
perché anche quei prelievi potrebbero essere oggetto della presunzione che,
come si è visto, legittimerebbe un loro recupero a tassazione come ricavi
in nero.

E’ uno dei tanti aspetti delicati della gestione del denaro di un’impresa,
che richiede dunque sempre una migliore diligenza e la più ampia
accortezza.

(stefano
lucidi)

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