Sediva News del 16 ottobre 2006
Recesso da snc e cessione di quota sociale – QUESITO
Sono socio di una snc titolare di farmacia da cui vorrei recedere per gravi
dissidi con l’altro socio; ma non ho provveduto entro il 30 giugno a
rivalutare la quota, perché malconsigliato.
Vorrei sapere se la mancata rivalutazione mi comporta maggiori oneri
fiscali.
Non ci pare affatto che Lei sia stato “malconsigliato”.
La rivalutazione, infatti, non Le avrebbe consentito il minimo risparmio
d’imposta e quindi sarebbe stata fatica e denaro sprecato, perché il
costo originario d’acquisto di una quota sociale (e, perciò , anche
l’ipotetica sua rivalutazione) ha importanza solo in caso di cessione a
titolo oneroso della quota stessa; soltanto in tale evenienza, cioè,
l’eventuale plusvalenza costituisce un “reddito diverso”, che peraltro è
oggi tassato nella misura secca del 12,5% (anche se questa aliquota sembra
destinata a passare al 20% con la Finanziaria 2007), ovvero su un
imponibile pari al 40% dell’ammontare “plusvalente”.
Ben diversamente, in caso di recesso al socio receduto non spetta un
prezzo di cessione ma la liquidazione della quota da parte della società
come tale, laddove l’ipotetico “plusvalore” diventa invece – per il
percipiente – un “reddito di partecipazione” cumulabile con gli altri suoi
redditi e quindi interamente imponibile.
Come si vede, in conclusione, il recesso da una società di persone è una
vicenda generalmente più onerosa dal punto di vista fiscale rispetto alla
cessione della quota, e di tale diversa configurazione è necessario perciò
tener conto.
(s.lucidi)
La SEDIVA e lo Studio Bacigalupo Lucidi prestano assistenza contabile, commerciale e legale alle farmacie italiane da oltre 50 anni!